Queste due giornate nascono per condividere modalità d’incontro e di convivenza che risultano generatrici di legami comunitari.
All’interno del dibattito attuale sulla migrazione, sui limiti e le forme di accoglienza, si gioca un conflitto politico tra paesi europei e, in Italia, il discorso pubblico è manipolato da una contrapposizione artificiale tra ‘buonisti’ e securitari che acuisce il senso sociale di insicurezza e diffidenza, autorizzando l’espressione di sentimenti razzisti.
In questo scenario fa la differenza ascoltare le voci che prendono forza dai luoghi di incontro e di mediazione vivente, spazi abitati politicamente dalle donne che trasformano in sapere, saper-vivere, le contraddizioni e le esperienze che toccano l’esistenza di ciascuna.
Lì si generano pratiche che ancorano alla comune umanità.
Questi luoghi hanno accompagnato molte nell’elaborazione di passaggi di vita – maternità, migrazione, invecchiamento, lutto -, vissuti di crisi, violenze e momenti di vulnerabilità: le pratiche del prendere parola a partire da sé, della risonanza tra donne, del dono e della condivisione dei saperi corporei, manuali e artigianali ne sono alla radice.
Quali forze a favore della collettività vi possono essere rintracciate? Come tenere in conto le voci di donne esperte d’esperienza può rinnovare il tessuto sociale?
In che modo questi saperi possono dialogare con il mondo professionale della cura e trasformare le pratiche educative?
Riconoscere valore alle modalità relazionali inventate negli spazi abitati politicamente dalle donne propone pratiche non violente e femministe per orientarsi nei conflitti sociali.
Questi spazi sono scuole di confronto, spesso laceranti, espressione della vitalità della ricerca che fa pulsare il possibile del femminile quando la parola circola libera da un dover essere e un dover fare. Per quanto le differenze possano renderci distanti, la forma del cerchio – di parola, di canto e di cura – permette di riconoscere la convergenza verso un centro in comune. Grazie a questa forma possiamo trovare parole per venire a capo dell’intreccio inestricabile di esigenze materiali e bisogni dell’anima, per fare fronte alle tendenze individualiste.
Abitano questi spazi adulte, ragazze e ragazzi, neonati e bambini che si rivolgono alla parte migliore di noi e incoraggiano a riflettere su cosa significhi prendersi cura del presente di cui siamo parte.
Allargare il cerchio è il titolo di un libro che raccoglie testi di Nora Giacobini, fondatrice del movimento di cooperazione educativa, amante della cultura indiana americana che nell’“esistenziale partecipazione e identificazione con il grande cerchio della vita cosmica attraverso la creatività personale e collettiva dei riti, canti, leggende, miti e poesie indica una via per la sopravvivenza del pianeta Terra e dei suoi abitanti”.
SONO DISPONIBILI I VIDEO DEGLI INTERVENTI. CLICCA SUI TITOLI NEL PROGRAMMA PER ATTIVARLI.
Maria Livia Alga, Letizia Bianchi, Rosanna Cima, Giannina Longobardi, Elena Migliavacca