formazione

La formazione si propone di ricostruire, in piccolo gruppo, una visione creativa delle domande che la quotidianità della vita pone, riformulandole. L’analisi e la ricerca di percorsi per fronteggiare situazioni complesse costituiscono in sé delle modalità di apprendimento.

La nostra idea di formazione si fonda sull’imparare dall’esperienza grazie a una ricerca soggettiva: comprendere la problematica, analizzarne gli elementi  e trasformarla promuove un sapere che non si acquisisce dall’esterno ma per rielaborazione e intuizione originale.

In assenza di risposte già codificate, il gruppo di formazione si impegna a interrogarsi e ad interrogare la realtà per formulare “le vere domande al posto delle risposte giuste”. (Quaglino 2005:123) Recuperare l’esperienza  soggettiva, instaurando una circolarità tra le dimensioni della teoria e dell’azione, mira a creare una comprensione che favorisce prese di coscienza dei professionisti su loro stessi, sui loro modi di conoscere e interpretare, sugli immaginari, gli schemi relazionali e i quadri concettuali che orientano la loro operatività. Questo implica la capacità di posizionarsi a partire da una visione auto-critica degli orizzonti disciplinari e istituzionali ai quali si appartiene al fine di costruire dei significati a partire da sé.

Il processo di apprendimento si configura quindi come uno spazio dove la riflessione e il dialogo sono aperti alla sorpresa, al dubbio e alla confusione, ai rischi e alla sperimentazione per avvicinarsi ad una comprensione nuova, più profonda, di sé e della situazione. 

Il corpo delle formatrici è composto da ricercatrici, universitarie e indipendenti, che tessono connessioni tra i saperi dell’esperienza, manuali e artistici, saperi accademici, saperi professionali. Le risorse di un gruppo plurale e le sue dinamiche sono da considerare in sé come degli strumenti per vivere i processi di apprendimento e trasformare le relazioni gerarchiche tra le lingue, i linguaggi e i saperi.