Ombre corte
2022
Quali ascolti si possono offrire all’invisibile che abita la vita di ciascuno e si fa sentire attraverso il malessere? Quali forme di accompagnamento si agiscono nella cura? Il libro attraversa le inquietudini, le sofferenze, gli smarrimenti e le incertezze individuali e collettive che caratterizzano la vita umana. Le esperienze di cura che vengono narrate sorgono dai molteplici posizionamenti che donne e uomini hanno sperimentato nel lavoro d’incontro con l’altro, con sé e con le alterità di cui ognuno è portatore. Le autrici e gli autori raccontano come la costruzione dei saperi e delle forme di cura giungono attraverso processi di disorientamento a volte provocati da spaesamenti, urti, vertigini, sorprese, rifiuti.
L’orizzonte etnoclinico, espresso a partire dalle esperienze, predispone a forme di cura in movimento e l’invisibile portato dalle traiettorie di sofferenza viene accolto come spazio che rinnova i confini dei saperi e le relazioni tra dimensioni umane e non umane.
L’invisibile è il debito nascosto di ognuno con il dono della vita. In questo doppio invisibile si intrecciano poesia e arte in narrazioni che invitano a essere responsabili delle parole e degli sguardi che costruiamo nella relazione con gli altri e con il mondo. Il libro si rivolge ai professionisti che operano nei servizi sanitari, sociali ed educativi e agli studenti che si preparano al lavoro di cura.
Contributi di Maria Livia Alga, Rosanna Cima, Rita Finco, Marion Jacoub, Fulgenzio Rossi, Gabriel Maria Sala, Hamid Salmi, Gloria Selini.
Rendere giustizia e recensire un lavoro collettivo, interdisciplinare e ricco come quello curato da Rita Finco per la collana Culture di Ombre Corte costituisce sempre un’impresa piuttosto difficile. Forse è più facile iniziare con lo scrivere quello che questo libro non è e non vuole essere. Non è un manuale di etnopsichiatria con pretese di sistematicità e completezza, né una semplice collezione di saggi compartimentati o una analisi di casi fina- lizzata a una teorizzazione generale. Si presenta piuttosto come un vivace e approfondito dialogo, animato da interrogativi, tra esperienze cliniche e di ricerca aperte alle ambivalenze, che conduce il lettore in un percorso attraverso storie differenti, contesti diversi (clinici, formativi ecc.) e varie prospettive interpretative accomunate dal comune impegno a misurarsi con molteplici forme dell’invisibile nella vita socio-culturale e come attiva- tore della cura in particolare, soprattutto quando riesce ad essere narrato o in qualche modo rappresentato. Questo volume “polifonico”, come le Autrici dell’introduzione (Cima e Finco) amano chiamarlo, emerge dal convegno bergamasco Forme dell’invisibile. Esperienze di cura nella migrazio- ne del 2019, organizzato congiuntamente dal laboratorio “Saperi situati” dell’Università di Verona e dal Centro di formazione, ricerca e mediazione (Fo.R.Me) della Cooperativa Impresa Sociale Ruah che ha organizzato ed ospitato l’incontro.
7 Introduzione. Narrazioni possibili
di Rosanna Cima e Rita Finco
Parte prima. Abitare l’invisibile nelle differenti forme terapeutiche
13 Etnopsichiatria, mediazione etnoclinica, etnoclinica: le genealogie del Centro Fo.R.Me
di Rita Finco
41 Sognare con l’etnopsichiatria e le sue declinazioni
di Rita Finco e Marion Jacoub
60 Affiliazioni sospese: il disturbo di personalità in chiave etnoclinica
di Rita Finco, Fulgenzio Rossi, Gloria Selini
79 Sogni, visioni e incubi: luoghi dell’invisibile
di Gabriel Maria Sala
Parte seconda. L’invisibile debito nascosto nel dono della vita
115 Il marabutismo in Cabilia
di Hamid Salmi
130 Freedom of one is freedom for all. Raccontando l’invisibile si fa presente
di Maria Livia Alga
167 “Perché siamo qui?”. Sguardi e storie per un approccio decoloniale
di Rosanna Cima
187 Postfazione. Dall’Africa: verità, complotti e modernità stregonesca
di Jean-Pierre Dozon
196 Autori e autrici