Convegno di apertura del corso di aggiornamento Pratiche e culture della differenza nel lavoro educativo e di cura. Verona
È possibile iscriversi scaricando il modulo di iscrizione qui e inviandolo compilato a info@laboratoriosaperisituati.com
Il titolo del convegno si ispira al film di fantascienza Matrix, il nome del programma di neurosimulazione interattiva capace di generare un mondo fittizio e ipercontrollato che i soggetti abitano senza esserne consapevoli e dove la vita viene riprodotta in modo automatizzato. L’allucinazione di perdere di vista la realtà, il contatto con un dubbio radicale sul senso e il fine del nostro agire che non consente risposte definitive e univoche è una esperienza comune.
Come nominarla e condividerla?
La giornata offre un’occasione per riflettere insieme intorno alla matrice originaria del sentire e fare la cura dell’essere vivente. Dal latino ‘matrix’: madre, utero, forma primaria, tessuto connettivo, la matrice rende presenti le genealogie, la dimensione relazionale nel lavoro di cura, richiamando così il ciclo della vita e il sorgere delle comunità umane. La politica delle donne è stato come un risveglio che ha aperto varchi di comprensione e azione, offrendo la possibilità a molte di lasciare un segno che corrispondesse loro dal profondo. Grazie a cosa l’allucinazione diventa visione?
Nella vita quotidiana di chi opera presso luoghi educativi e istituzioni di ricerca come nell’esperienza professionale di chi fa lavoro di cura si possono percepire entrambe queste dimensioni estreme di matrix, a volte attraverso un groviglio di emozioni contrastanti e contraddizioni operative, spesso nella ricerca costante di un equilibrio. Lo spazio istituzionale dev’essere neutro? Fino a dove posso implicarmi nella relazione? Fino a dove posso lasciarmi toccare se devo tenere il ruolo istituzionale? Quanta forza posso riporre nel mio sentire? Come ci possiamo situare nella vita lavorativa? Non si tratta di scegliere tra un dentro e fuori il sistema, ma di avere coscienza delle ambiguità che si incrostano nei linguaggi tecnicistici, burocratici, negli strumenti di osservazione e valutazione oggettivi che separano chi cura da chi è curato.
Il convegno è un’occasione pubblica per condividere le ricerche che alcune professioniste stanno svolgendo sul posizionamento e le pratiche delle donne nei luoghi educativi e di cura. Nella prima parte della giornata prenderanno la parola ricercatrici e operatrici di servizi che agiscono nel segno del pensiero della differenza sessuale e si sono interrogate sulle forme dell’incontro e le potenzialità delle relazioni tra donne, su metodi circolari e strumenti di lavoro di gruppo.
I laboratori pomeridiani invitano alla partecipazione, aprono al confronto con queste proposte, interpellandoci sulla possibilità e la responsabilità di far esistere saperi sessuati e situati per trovare la propria misura nelle pratiche del quotidiano.