In questa pagina troverete libri e testi, frutto delle ricerche del laboratorio e di chi ne condivide il lavoro, pubblicati da una singola autrice o come opere collettanee.
Come progettare esperienze formative ispirate al paradigma ecologico?
Concepire una interdipendenza radicale mira a riabilitare una visione del legame sociale e con l’ambiente come connessione ricca di implicazioni, problematiche e possibilità; in termini formativi significa costruire contesti di poiesis collettiva capaci di risignificare la relazione con i paesaggi, le forme e i materiali come fonti di apprendimento. In questo senso una metodologia basata su pratiche artistiche comunitarie è una leva efficace per contesti formativi che intendano nutrire dinamiche di rigenerazione urbana, del sé e del vivente. Il saggio esplora un percorso di autocostruzione in terra di un ecodom a forma di nido presso l’Ecomuseo di Palermo, all’interno di un corso di aggiornamento per professionisti dell’ambito socio-educativo e sanitario.
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Pedagogia delle Differenze. Bollettino della Fondazione Nazionale «Vito Fazio-Allmayer»
V. 52 N. 1 (2023)
ISSN 2785-6895
Come agisce il senso libero della differenza sessuale (Diotima, 1991) nei percorsi formativi universitari dei giovani uomini al lavoro educativo? Il contributo indaga il costituirsi delle soggettività maschili nelle prime fasi di ricerca e sperimentazione della propria identità pro-fessionale: il tirocinio e la tesi di laurea. Raccontare le trasformazioni che, in un mondo postpatriarcale, i giovani uomini vivono nell’inizia-zione al lavoro di educatori mette in luce come sia una occasione buona per ripensare la maschilità nel suo agire quotidiano, a partire da una costante interrogazione sulla corporeità e i sensi, il contatto, l’uso della forza e della tenerezza. Grazie ad un focus sulle posture, le abitudini cognitive ed emotive, prende forma una anatomia viva ed emerge la complessità degli itinerari corporei: la fabbricazione artigianale di soggettività sessuate che sfidano la cultura egemonica dei corpi, l’apertura di spazi relazionali di pensiero che favoriscono, in modo sorprendente, la conoscenza di sé. Si configura un maschile plastico che, schiudendosi, rende possibile un contatto autentico tra uomini di diverse generazioni, nutrendo un immaginario delicato che non abbandona mai del tutto le sue inquietudini e contraddizioni. L’articolo restituisce una parte di ricerca basata su un approccio duo-etnografico tra una docente e uno studente già lavoratore in una comunità per minori. Per duoetnografia si intende una forma collaborativa di scrittura e di generazione di conoscenza radicata nell’esperienza che compone memorie personali, dati di ricerca, forme di riflessività, esperienze estetiche (Formenti et al., 2019; Sawyer, Norris, 2015).
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Educazione Interculturale – Teorie, Ricerche, Pratiche
Vol. 21, n. 2, 2023
ISSN: 2420-8175
Questo contributo propone una riflessione sull’impatto di teorie e pratiche decoloniali nei corsi di pedagogia sociale per futuri professionisti del lavoro educativo e di cura (educatori, assistenti sociali, esperti nella riabilitazione e medici). In questi ambiti una cornice concettuale decoloniale interroga le dicotomie che informano le relazioni asimmetriche professionista-utente/paziente, segnate da diseguaglianze sociali e dilemmi etici. In che modo teorie e pratiche decoloniali aiutano a riconfigurare gli immaginari e ripensare le professionalità? In dialogo con la letteratura chicana e caraibica (Anzaldua e Moraga, 2002; Glissant 1990, 1998, 2009), con le teorie femministe delle women of color (Mohanty Talpade, 2003; hooks, 2020, 2023), l’articolo esplora l’idea di differenza in chiave decoloniale mettendola in relazione alle questioni della parzialità del sapere e delle oppressioni. A partire da una ricerca autoetnografica svolta durante i corsi che tengo dal 2015 e dai diari degli/delle studenti che li hanno frequentati, l’articolo esplora metodologie e processi che favoriscono il divenire consapevoli del processo di co-costruzione di saperi situati e incarnati durante la propria formazione accademica. Su ispirazione della visione del Tutto-mondo di Glissant (1990), forma paradigmatica di ogni creolizzazione, parleremo quindi di aula-mondo, un luogo di incontro che cerca di allontanare il fantasma dell’universale e del globalizzato, in favore di una relazione con la mondialità.
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Franco Angeli
2022
Chi ha il potere di definire la vulnerabilità, cosa è la cura materna, quali sono i segnali di disagio e i modi di affrontarlo? Sulla traccia di questi interrogativi un gruppo composto da assistenti sociali, educatrici e mediatrici, accademiche ed attiviste di tre Paesi europei (Italia, Romania, Spagna) ha condiviso un percorso di ricerca a partire da sé.
Esplorare l’esperienza soggettiva ha nutrito prese di coscienza e forme di comprensione auto/critiche degli orizzonti culturali, disciplinari e istituzionali che orientano il proprio agire quotidiano. La circolarità dei saperi esperienziali e professionali, favorita dalla pratica della narrazione orale e scritta, fa emergere le crepe dei modelli sociali di intensive parenting, aprendo a visioni decoloniali di maternità allargate e ad un pensiero che sa sostare nelle contraddizioni più profonde.
Il libro si rivolge a chi lavora nei servizi sociali, educativi, consultori familiari, comunità alloggio, centri antiviolenza, tutela dei minori e a coloro che si formano alle professioni di cura in ambito sanitario, socio-educativo e giuridico.
Ombre corte
2022
Quali ascolti si possono offrire all’invisibile che abita la vita di ciascuno e si fa sentire attraverso il malessere? Quali forme di accompagnamento si agiscono nella cura? Il libro attraversa le inquietudini, le sofferenze, gli smarrimenti e le incertezze individuali e collettive che caratterizzano la vita umana. Le esperienze di cura che vengono narrate sorgono dai molteplici posizionamenti che donne e uomini hanno sperimentato nel lavoro d’incontro con l’altro, con sé e con le alterità di cui ognuno è portatore. Le autrici e gli autori raccontano come la costruzione dei saperi e delle forme di cura giungono attraverso processi di disorientamento a volte provocati da spaesamenti, urti, vertigini, sorprese, rifiuti.
L’orizzonte etnoclinico, espresso a partire dalle esperienze, predispone a forme di cura in movimento e l’invisibile portato dalle traiettorie di sofferenza viene accolto come spazio che rinnova i confini dei saperi e le relazioni tra dimensioni umane e non umane.
L’invisibile è il debito nascosto di ognuno con il dono della vita. In questo doppio invisibile si intrecciano poesia e arte in narrazioni che invitano a essere responsabili delle parole e degli sguardi che costruiamo nella relazione con gli altri e con il mondo. Il libro si rivolge ai professionisti che operano nei servizi sanitari, sociali ed educativi e agli studenti che si preparano al lavoro di cura.
Contributi di Maria Livia Alga, Rosanna Cima, Rita Finco, Marion Jacoub, Fulgenzio Rossi, Gabriel Maria Sala, Hamid Salmi, Gloria Selini.
MeTis – Mondi educativi. Temi indagini suggestioni.
Progedit 2020
ISBN: 978-88
Questo numero speciale nasce per condividere pedagogie dell’incontro e pratiche di convivenza generatrici di legami comunitari. I contributi ritraggono l’opera quotidiana delle donne che abitano gli spazi comuni con spirito politico, diventando esperte nel trasformare in sapere, saper-vivere, i conflitti sociali, le contraddizioni e le esperienze a partire da sé e in risonanza con altre, altri.
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Carocci
2019
ISBN: 9788472909021
Da dove viene il mio sguardo? Qual è la storia che lo compone?
Attraversare lo sguardo è risalire la sua direzione lungo un itinerario segnato da spazi geografici e tempi differenti. Restituire allo sguardo una memoria implica imparare a dire quel che si vede da qui: un limite che tocchiamo quando ci situiamo nei contesti in cui ricerchiamo, lavoriamo, studiamo. Dal limite si tracciano spazi per l’incontro, con sé e con gli altri.
Cosa vogliamo vedere? Da dove e con chi? Come accogliere e condividere più punti di vista?
Il libro è rivolto a coloro che lavorano nei servizi educativi, nelle scuole, nei servizi sociali e sanitari, e si trovano quotidianamente a contatto con le differenze.
La pedagogia dell’incontro tesse a più voci, e tra differenti approcci, una postura del pensare e fare che rende presente il corpo individuale e collettivo dello sguardo di cui ciascuna e ciascuno si fa responsabile.
idensitat
2019
ISBN: 13 9788469789117
la propuesta “narang: genealogía de un souvenir” plantea abordar el análisis del souvenir como objeto exótico de la comunidad valenciana, en este caso de castellón, vinculado a la esfera del comercio, la industria del turismo y la cultura del ocio. la construcción de lo exótico nace en la europa colonial como categoría comercial y como una dimensión del imaginario entre políticas internacionales, economías, migraciones y la percepción de sí mismo y de la alteridad. hoy en día sigue siendo una categoría que tiene que ver con las relaciones económicas entre el norte y el sur del mundo.
en lo especifico, los desplazamientos turísticos en el territorio europeo dirigen hacia la comunidad valenciana numerosos consumidores noreuropeos. a su vez la recogida de las naranjas llama en este contexto a trabajadores de las diásporas africanas y latinoamericanas. todo ello ahora que las naranjas empiezan a aparecer en los calcetines de las tiendas de souvenirs y se difunden proyectos de crowdfarming para adoptar naranjos desde cualquier sitio. lo que se oculta en la construcción de este imaginario de sol, tradición, salud y fiesta son quienes lo producen.
¿cuáles son las manos que cultivan y recogen? ¿cuáles los territorios cultivados? ¿qué origen tiene esta planta? en el proyecto la genealogía se trabajará a través de herramientas decoloniales, y nos permitirá analizar las dinámicas actuales de construcción del exótico. propondremos un método postexótico que narre y visualice los orígenes de los dispositivos turísticos, que rompa con los estereotipos consumistas y que se implique en ofrecer otros imaginarios. por un lado se realizarán distintas acciones de cartografiado e investigación sobre este cultivo, por otra generaremos diferentes actividades de producción audiovisual y reinterpretación artística de los souvenirs vinculados a la naranja.
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Edizioni Amazon
2018
ISBN-10: 1980966397
ISBN-13: 978-198096639
In questa raccolta di poesie, orazioni e preghiere, l’autrice esordiente Sandra Faith Erhabor propone le sue storie originarie e storie dell’oggi all’ascolto.
Non passa giorno che Sandra non scriva: esiti di ricerche, pensieri, poesie, commenti a fatti di cronaca e ad avvenimenti politici, in autobus, in treno, al centro interculturale, a casa, ai margini di riunioni noiose o di corsi di italiano.
Sandra scrive ovunque ma sopratutto con il suo tablet su facebook.
Un giorno mia nonna ha mandato suo figlio, il fratello di mio padre, al mercato a comprare ekai (dolcetti ai fagioli). Gabriel era un bambino e non è più tornato. Nessuno ha saputo più niente di lui. Mio padre è morto nel 2004 a cento anni, questo suo fratello era nato prima, tra i due c’era un’altra femmina.
Era nato alla fine del 1800.
A quel tempo in Nigeria c’era il mercato degli schiavi.
Anni dopo mio fratello Edokpaigbe è andato a studiare negli Stati Uniti.
Tante persone gli dicevano che c’era qualcuno che gli assomigliava moltissimo, e iniziarono a chiamarli fratelli. Una volta Edokpaigbe è andato a pranzo da questo fratello e hanno telefonato a mio padre. Appena ha sentito la sua voce, ha capito subito che si trattava del bambino rapito al mercato.
Quando con sua moglie Sandra sono tornati per la prima volta in Nigeria,
io ero appena nata.